Cogliere la ripresa e rivitalizzare il settore. Sono questi i messaggi chiave che AssoDistil, l`Associazione Italiana degli Imprenditori della Distillazione, ha lanciato lo scorso 19 giugno a Roma, in occasione della consueta assemblea annuale. «I segni della ripresa ci sono, a bloccarci sono fisco e burocrazia». Così Antonio Emaldi, appena riconfermato alla presidenza di AssoDistil, disegna lo scenario del comparto distillatorio italiano, diviso tra le opportunità di crescita e le difficoltà del sistema Italia.
Nella parte pubblica dell`assemblea, il presidente Antonio Emaldi ha presentato i dati dell’associazione sull’andamento del settore. Il leader di AssoDistil ha approfondito anche le problematiche legate agli effetti negativi delle accise sulle distillerie, la necessità di valorizzare le Indicazioni Geografiche delle bevande spiritose come l`IG Grappa, anche attraverso il riconoscimento dei Consorzi di tutela, e la proposta di differenziare gli additivi alimentari naturali, come l’acido tartarico, presente naturalmente nell’uva, da quello di sintesi, ottenuto a partire da benzene o butano.
A testimoniare la solidità della sua tesi, sono stati i dati dell`Osservatorio congiunturale di AssoDistil sul I trimestre 2015, realizzato dalla società Format. L`inchiesta ha tracciato il quadro di un comparto già impegnato a cogliere e valorizzare i primi segnali della ripresa, ma che, al tempo stesso, appare indebolito dalle accise sull`alcol, aumentate ben quattro volte nel giro di un anno. Circa la metà delle aziende del settore ha sofferto l`aumento delle accise: di queste, otto imprese su dieci hanno accusato la riduzione dei fatturati. In media, si tratta di una flessione di oltre il 10%.
Al riguardo, hanno suscitato forti perplessità i dati sul gettito: la stangata delle accise nel 2014 con aumenti dell’aliquota di quasi il 20%, ha fatto aumentare il gettito del solo 2% rispetto al 2013, come indicato dai dato del ministero dell`Economia. A fronte di un risultato così modesto, il comparto dei distillati ha visto calare l`immissione sul mercato dei suoi prodotti (-10%).
«Qualcuno al governo prima o poi si accorgerà dei dati del Ministero dell’Economia - ha commentato Emaldi -. Noi continuiamo a credere nel settore: la rilevazione dell`Osservatorio ci dimostra che investiamo più della media delle altre imprese italiane e che crediamo in un miglioramento dello scenario economico e dei nostri ricavi». Secondo l`indagine di Format Research, infatti, il 75% delle distillerie ha effettuato investimenti negli ultimi due anni, mentre il 65% li ha in programma nel prossimo biennio: una percentuale sconosciuta al resto del panorama economico italiano. Stabili, nonostante la crisi, anche i livelli occupazionali. Quanto al credito, aumentano le aziende che chiedono finanziamenti (22%) e ben quattro su dieci ottengono dalle banche l`intero ammontare richiesto.
Alla discussione, moderata dal presidente Emaldi, hanno parteciperanno, tra gli altri, l`On. Paolo De Castro, deputato al Parlamento Europeo e relatore per il TTIP, l`On. Mario Catania, presidente della Commissione parlamentare di inchiesta sui fenomeni della contraffazione, il sen. Mario dalla Tor, componente della Commissione Agricoltura del Senato, Giuseppe Peleggi, direttore dell’Agenzia delle Dogane, Stefano Vaccari, capo dell’ICQRF presso il Ministero delle Politiche Agricole e Agroalimentari, Pierluigi Ascani, presidente di Format.
Oltre al presidente Emaldi, l’Assemblea ha riconfermato i vertici dell`Associazione: Cesare Mazzetti, presidente del Comitato Nazionale Acquaviti, Antonina Bertolino, presidente della sezione alcole da vino, Giuliano Sacchetto, presidente della sezione alcole da melasso e da frutta, e Luciano Grilli, presidente della sezione acido tartarico. Nel direttivo di AssoDistil entra per prima la volta anche Montenegro Srl, con il proprio manager Roberto Carroli.
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