31 Marzo 2016

I 5 motivi per cui lo spritz è diventato il cocktail perfetto


La rivista online americana Punch aveva già parlato dello spritz e del boom che sta vivendo negli Stati Uniti, dove è diventato un cocktail a tutti gli effetti, molto richiesto soprattutto dai giovani appassionati di tendenze. Ma adesso le fondatrici del magazine Talia Baiocchi e Leslie Pariseau sono andate oltre, e sull’aperitivo veneto hanno scritto anche un libro: Spritz. Italy’s most iconic aperitivo cocktail, with recipes (Ten Speed Press). Una guida per imparare a conoscerlo a fondo, scritta girando l’Italia in macchina a caccia di ricette locali. Ecco, secondo le autrici, il perché di tanto successo nel Belpaese ma anche Oltreoceano.

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1. La storia

Il primo motivo è sicuramente la tradizione. Lo spritz ha origini antichissime: già nel 400 a.C. Greci e Romani avevano l’abitudine di bere vino diluito con acqua fresca, acqua di mare oppure addirittura neve. Con il tempo il gusto per le bevande a base di vino diluito è rimasto, e così quando i soldati austriaci di stanza nel Veneto, a fine Ottocento, hanno inventato la parola «spritz» per indicare i bicchieri di vino spruzzati con acqua frizzante («spritzen» in tedesco vuol dire spruzzare), i ristoratori locali hanno pensato di dare questo nome a un vero e proprio drink. Così negli anni Venti e Trenta tra Padova e Venezia alla bevanda austriaca si è cominciato ad aggiungere l’Aperol, l’alcolico a base di arancia e rabarbaro inventato a Padova dai fratelli Barbieri, e lo spritz come lo conosciamo oggi è nato, diffondendosi inizialmente solo nel Triveneto. Da una decina d’anni, con l’acquisizione di Aperol da parte del gruppo Campari e le varie campagne pubblicitarie lo spritz si è diffuso in tutta Italia e anche negli Stati Uniti, dove è stato presentato dall’azienda come un emblema dell’italian life style.

2. Il gusto
Come spiega bene sempre su Punch la foodwriter americana Katie Parla, il successo dell’Aperol e del Campari all’estero ha fatto scoprire agli americani il vasto mondo dei liquori italiani da aperitivo, divisi in «aperitivi» (Aperol, Select Aperitivo o Casoni 1814 Aperitivo) e «bitter» (Luxardo Bitter, Campari, Meletti 1870 Bitter) . Oltreoceano ma anche in Italia negli ultimi anni si è evoluto il gusto dei clienti, che dai cocktail anni Ottanta (quando andavano i sapori molto dolci o in alternativa gli shot di alcolici lisci) ora apprezzano le note più intense, amare e sapide dei liquori nostrani.

3. Appetito

Sorseggiare un drink un’ora prima di cena, come è noto, fa venire fame: l’alcol infatti sveglia le papille gustative e stimola la secrezione gastrica, preparando lo stomaco al lavoro di digestione. Insomma, il successo del drink preserale sta anche nella capacità di stuzzicare l’appetito, dicono le autrici del libro Spritz.

4. Semplicità e leggerezza
Lo spritz è tanto amato è anche perché è molto semplice: 3 parti di prosecco, 2 di liquore e un po’ di soda. Chi beve sa che dentro non ci sono troppi ingredienti che potrebbero rovinare il gusto. Un altro vantaggio, secondo le autrici, è la gradazione alcolica non troppo alta, che di solito non supera i 12 gradi.

5. La personalizzazione

Infine un’altra ragione del successo dello spritz sta nella possibilità di personalizzarlo con il proprio liquore preferito, più dolce o sapido a seconda del gusto. Le possibilità sono tantissime, come insegnano le 40 ricette raccolte nel libro.

Alessandra Dal Monte

Fonte Corriere della Sera

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