Le bottiglie italiane piacciono sempre più all’estero. Al successo del settore stanno contribuendo anche alcune startup, che avvicinano produttori e consumatori.
Corre il mercato del vino. Nel 2016 il fatturato complessivo delle aziende impegnate nel settore ha toccato quota 10 miliardi di euro, con una crescita del 3% rispetto all’anno precedente (dati Coldiretti). L’uva italiana piace in patria, ma anche all’estero. L’export di vini e spumanti, infatti, non è mai stato così in salute: è di 5,6 miliardi il suo valore, con un incremento del 4% in relazione al 2015. A guidare la classifica ci sono le “bollicine” con il Prosecco in testa, seguito da Asti, Trento Doc e Franciacorta.
Il merito di questo successo?
Sicuramente va alla qualità dei nostri prodotti e alla bravura dei nostri produttori. Ma è bene non sottovalutare la tecnologia, che sta avvicinando sempre di più i consumatori di ogni parte del Pianeta alle cantine italiane, con startup che hanno saputo cogliere le infinite opportunità dell’abbinamento vino e web: Tannico, Vino75, wineOwine, Viniexport, sono tra i casi di maggior successo.
Tannico, la startup food più finanziata.
“Si può veramente comprare il vino online?”. Da questa domanda è partito Marco Magnocavallo, fondatore nel 2012 di Tannico, e-commerce dei vini da record. Dopo poco tempo dalla sua fondazione, la startup ha ricevuto un finanziamento di 3,8 milioni di euro, in un round guidato da P101, società di venture capital specializzata nel settore digitale. Si tratta della cifra più grossa offerta a una startup del food in Italia. In totale è di 5,5 milioni l’investimento complessivo nell’impresa innovativa che oggi può contare su un’offerta di circa 9mila etichette e un fatturato di 6 milioni di euro nel 2016. La formula del successo è spiegata dal fondatore con tre parole chiave: la ricchezza del catalogo, la qualità del servizio e la facilità della tecnologia. A queste ne va aggiunta un’altra: l’esperienza di Magnocavallo che, prima di Tannico, ha già realizzato altre startup di successo, come Blogo, la piattaforma di news venduta poi al gruppo RCS.
Vino 75 porta il made in Italy in Cina
Ma Magnocavallo non è l’unico ad aver creduto nel binomio tra web e vino. Per Andrea Nardi Dei quest’ultimo rappresenta una passione che lo accompagna fin dall’infanzia, quando giocava nelle vigne della sua famiglia in Toscana. Dopo gli studi in legge a Firenze e cinque anni in Benelli come responsabile dell’innovazione, apre una piattaforma e-commerce. Il vino è il prodotto che vende di più e allora decide di puntarci. Vino75 oggi si presenta come un’enoteca online dove gli utenti possono scegliere tra un’ampia gamma di vini (più di 1.800 le etichette in catalogo) e ottenere informazioni sulle caratteristiche del prodotto, dalla tipologia, ai diversi sentori (vegetale, speziato, legnoso, aromatico ecc.). Nel 2015 la startup ha venduto 110mila etichette e stretto una partnership strategica con il più grande marketplace cinese, Alibaba, per la distribuzione dei vini italiani in Cina. Risultati che Vino75 ha raggiunto anche grazie agli importanti finanziamenti ricevuti: in totale sono oltre 2 milioni di euro gli investimenti che ha raccolto negli anni.
WineOwine nasce da due amici con una passione comune
Da raccontare anche la storia di wineOwine, startup che mette in contatto i piccoli produttori di vino con i consumatori online, nata durante una serata tra amici in Abruzzo. Federico De Cerchio ed Eros Durante, entrambi ingegneri, riflettono sulla difficoltà delle piccole cantine di accedere ai canali distributivi nazionali. È in quel momento che pensano a wineOwine e per partire investono 10mila euro dei loro risparmi. Dopo aver selezionato una prima rete di produttori, cercano aiuti in Enlabs, incubatore romano per startup. Grazie a un primo finanziamento di 60mila euro, lanciano la piattaforma tecnologica e trovano altri finanziatori. Oggi wineOwine ha raccolto più di un milione di euro, e ha investitori celebri come Daniel Guasco, ex cofondatore di Groupon Sudafrica. Nel 2016 la startup ha raggiunto quota 30mila bottiglie vendute e può contare su un bacino di 100mila utenti registrati.
Viniexport spopola nel b2b
E se wineOwine pensa ai piccoli produttori, tre ragazzi napoletani, Eugenio Picca, Paolo Orlando e Oreste Guadagnolo, hanno ideato una piattaforma online che mette in contatto i proprietari di bar o ristoranti con i grandi produttori. Si chiama Viniexport e nasce nel 2015 grazie anche a un investimento del fondo FIRA, che scommette 400mila euro nel progetto. Nel giro di pochi anni la startup ottiene numeri di tutto rispetto: 1.500 produttori iscritti, 5mila buyer che scambiano più di 1 milione di bottiglie nel 2016. E oggi i fondatori sono alla ricerca di fondi per affermarsi sui mercati esteri.
Fonte Borsa Italiana
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