La crescita si è tradotta in un aumento del 3,4% del consumo pro capite che nel 2018 si è attestato a 33,6 litri, valore che comunque posiziona l’Italia tra i Paesi più bassi d’Europa, al terz’ultimo posto nella classifica europea per il consumo pro capite. L’aumento dei consumi ha favorito una crescita della produzione nazionale del 4,7% che nel 2018 ha raggiunto i 16.410.000 di ettolitri. L’Italia è così al nono posto in Europa per volumi di produzione, mentre è in quinta posizione per numero di birrifici.
Segno positivo per l’export che, nel 2018, ha raggiunto il nuovo massimo storico sfondando il tetto dei 3 milioni di ettolitri, in aumento del 6,6% sul 2017. Positivi infine anche i dati sull’occupazione, con una crescita annuale di 700 unità registrata nel settore e nel suo indotto, che oggi contano complessivamente 140.700 lavoratori.
«Il comparto della birra - afferma Michele Cason, Presidente AssoBirra - è riuscito, attraverso l’innovazione ed investendo importanti risorse, a concludere un 2018 di successi. Grandi e piccoli produttori risentono positivamente dell’abbassamento delle accise che ha sostenuto anche la crescita dei consumi. Molte però sono le sfide che ancora ci attendono – prosegue Cason – Il comparto è pronto a scommettere sul Paese, dialogando con le istituzioni nazionali ed europee per modificare la legge nazionale sulla produzione che ormai ha oltre cinquant’anni e la riforma della Politica Agricola Comunitaria con l’obiettivo di incentivare filiere virtuose come quella dell’orzo da birra».
L’Annual Report segnala anche la straordinarietà della situazione fiscale del settore birrario: la birra è infatti l’unica bevanda da pasto a pagare le accise in Italia.
«Per continuare a favorire una crescita dell’intera filiera della birra, sana e supportata da investimenti e nuova occupazione – spiega Alfredo Pratolongo, Vice Presidente di AssoBirra con delega a Comunicazione e Relazioni Istituzionali – è necessario individuare un percorso che riporti il livello di tassazione ai livelli più equi. La strada intrapresa dal Governo e dal Parlamento è decisamente quella giusta ma a fronte di aumenti del 30% nel triennio 2013-2015, le diminuzioni del triennio 2017-2019 non raggiungono neppure l’1,7%. Quindi occorrerebbe aumentare la velocità e la profondità di questa ‘road map’, per poter ritornare a livelli pre-crisi in tempi ragionevoli».
L’aumento della produzione di birra nazionale ha poi favorito una crescita di malto italiano (+5,5%), e un aumento dell’import di luppolo, salito nel 2018 del 20,8%. Trend positivi hanno infine interessato anche il settore dei micro birrifici la cui presenza è cresciuta negli ultimi anni la cui produzione nel 2018 è cresciuta del 4,3% rispetto all’anno precedente.
Fonte Assobirra