Attualità

23 Agosto 2024

La ristorazione fatica a tornare ai regimi pre pandemici, nasce il consumatore eremita

Uno studio mette in evidenza un potenziale e progressivo calo d'interesse per il fuori casa


La ristorazione fatica a tornare ai regimi pre pandemici, nasce il consumatore eremita


Seppur agli occhi di tanti il mondo pare essere tornato quello di un tempo, la pandemia ha lasciato dei segni, forse indelebili. Nella ripresa post pandemica, ad esempio, è emersa una nuova figura, quella del "consumatore eremita", che preferisce restare in casa piuttosto che frequentare i locali pubblici. Non a caso, molti canali di ristorazione lamentano di non essere ancora riusciti a ristabilire i numeri pre pandemia come invece si aspettavano che avvenisse una volta arginato il virus.

A fotografare lo stato del settore della ristorazione è GlobalData, che evidenzia come i ricavi al ristorante nel 2023 siano diminuiti del 12% rispetto al 2019 contrariamente a quelli relativi all'asporto che hanno invece subito un'impennata del 46%. Nonostante gli anni più bui, ossia il 2020 e il 2021, siano ormai abbondantemente alle spalle, in molti quindi continuano a spendere ma in modo radicalmente differente, preferendo restare tra le quattro mura domestiche anziché frequentare bar, pub, ristoranti e locali in genere. C'è chi investe i risparmi per migliorare la propria abilità dietro i fornelli, chi opta per il classico take away, chi per il food delivery ma pure chi invece segue il fake away, acquistando al supermercato kit di pasti da cucinare a casa.

A livello globale, secondo la ricerca di GlobalData, nel prossimo trimestre il 46% dei consumatori mangerà meno frequentemente fuori casa mentre l'11% ha dichiarato che smetterà del tutto: a influire su tali decisioni è anche la crescente inflazione, l'aumento dei prezzi e la conseguente riduzione del potere d'acquisto, ma la situazione lascia ipotizzare anche un cambiamento comportamentale.

In Europa occidentale le transazioni dei servizi di ristorazione sono in calo del 9% per i pasti al tavolo e in aumento del 23% per i takeaway nel 2023 rispetto al 2019, mentre le transazioni complessive sono in calo del 3%. Tendenze simili si registrano in Asia e in Nord America. Prosegue dunque il buon momento per i servizi di food delivery e sono in aumento anche le "ghost kitchen", cucine commerciali nate durante il periodo pandemico e orientate esclusivamente al servizio a domicilio. Si può dunque parlare di una generale perdita di interesse per il settore del fuori casa?

TAG: CONSUMATORE EREMITA,CRISI,FOOD DELIVERY,GHOST KITCHEN,INFLAZIONE

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