Economia
05 Febbraio 2024L'accelerazione dell'inflazione rispetto a gennaio 2023 è dovuta principalmente all'aumento dei prezzi dei servizi di trasporto e dei beni alimentari non lavorati
A gennaio l’inflazione torna leggermente a salire: secondo le stime preliminari diffuse dall’Istat, l'indice nazionale dei prezzi al consumo è aumentato dello 0,3% su base mensile e dello 0,8% su base annua, rispetto al +0,2% e al +0,6% rispettivi del mese precedente. L'inflazione di fondo, ovvero quella al netto degli energetici e degli alimentari freschi, rallenta comunque da 3,1% a 2,8%, così come quella al netto dei soli beni energetici (da 3,4% a 3,1%).
Su base annua aumentano lievemente i prezzi dei beni alimentari, per la cura della casa e della persona (da +5,3% a +5,4%), mentre quelli dei prodotti ad alta frequenza d'acquisto rallentano (da +4,4% a +3,6%). L'accelerazione dell'inflazione rispetto a gennaio 2023 è dovuta principalmente all'aumento dei prezzi dei servizi di trasporto (da +3,7% a +4,3%) e dei beni alimentari non lavorati (da +7% a +7,5%), mentre frenano i prezzi dei beni energetici regolamentati (da -41,6% a -21,4%) e si attenua l'aumento dei prezzi dei servizi relativi ad abitazione (da +4,2% a +2,9%) e beni durevoli (da +1,5% a +0,8%). Sempre su base annua rallenta la discesa dei prezzi dei beni (da -1,5% a -0,8%), mentre quelli dei servizi passano da +3,4% a +2,9%.
Per quanto riguarda invece il confronto con il mese precedente, la crescita è dovuta soprattutto all'innalzamento dei prezzi dei beni alimentari non lavorati (+1,1%), dei beni alimentari lavorati (+1%), dei servizi relativi all'abitazione (+0,4%), dei beni energetici non regolamentati e degli altri beni (+0,3% entrambi). Gli effetti di questi aumenti sono stati solo in parte compensati dalla diminuzione dei prezzi dei servizi relativi ai trasporti (-1,2%) e dal lieve calo dei prezzi dei beni energetici regolamentati (-0,1%).
«Come previsto, a gennaio l’inflazione ha mostrato un piccolo rimbalzo passando, secondo le stime provvisorie, dallo 0,6% di dicembre allo 0,8%. Il dato conferma l’Italia come il Paese che, tra i grandi dell’eurozona, ha compiuto i maggiori progressi in termini di rientro delle dinamiche inflazionistiche. Il quadro attuale rimane piuttosto rassicurante, nonostante la presenza di moderati elementi di tensione su alcuni beni energetici e sull’alimentare, nella componente non lavorata» ha detto Mariano Bella, il Direttore dell'Ufficio Studi Confcommercio, sottolineando come in Europa l’indice armonizzato, anche grazie alla stagione dei saldi in alcuni Paesi, sia diffusamente in riduzione: «la core inflation è in frenata. Ci sono le le premesse quindi per una politica monetaria meno restrittiva da parte della BCE. L’insieme di questi fattori - inflazione sotto controllo e riduzione dei tassi guida - potrebbe dare un po’ di slancio a consumi e investimenti, snodo cruciale in un contesto di debolezza internazionale, rendendo meno dolorosa l’eventuale correzione di bilancio che sarà probabilmente necessaria in Italia».
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