Vino

20 Maggio 2024

PwC analizza l’impatto economico-sociale del settore vitivinicolo nell'UE

L’Unione Europea si conferma leader mondiale nel mercato del vino con oltre 165 milioni di ettolitri prodotti nel 2022, che rappresentano il 62% della produzione globale totale


PwC analizza l’impatto economico-sociale del settore vitivinicolo nell'UE

In un contesto macroeconomico in cui sempre più aziende delocalizzano la loro produzione, il settore vinicolo europeo conserva ancora un forte valore economico, sociale e culturale all’interno dei territori dell’UE. Nello specifico, come rimarca un recente studio di PwC, i vigneti appartengono al patrimonio agrario dell’Unione Europea e rappresentano la diversità dei territori europei in cui le uve vengono coltivate e raccolte. Le aziende vinicole dipendono dal territorio e dalle comunità circostanti che lo abitano, creando sinergie tra i produttori di vino e le comunità locali.

La complessa catena del valore del settore vinicolo può essere suddivisa in tre attività principali:

-Viticoltura, il cui valore della produzione deriva dalle attività di gestione dei vigneti, vendemmia e produzione di vino autonoma da uve raccolte autonomamente. Tale settore ha un valore di produzione che si attesta sui 29,4 miliardi di euro.

-Industria enologica, che comprende la produzione di vino di uva non raccolta autonomamente, pigiatura e fermentazione, imbottigliamento e invecchiamento dei vini.

-Commercializzazione (servizi), il cui valore deriva dalla distribuzione e dalla vendita al dettaglio del prodotto finito.

 Tra viticoltura, industria enologica e commercializzazione, il valore complessivo settoriale ammonta a 100,3 miliardi di euro. Le tre fasi creano un contributo al Prodotto Interno Lordo per 130 miliardi di euro, pari allo 0,8% del PIL dell'UE, generando un PIL diretto di 56,1 miliardi di euro attraverso il pagamento dei dipendenti (stipendi), il pagamento delle imposte sulla produzione (imposta sui salari, imposte su terreni e fabbricati, ecc.) ed EBITDA.

Export
Nel 2022, il vino europeo è stato esportato verso 194 Paesi, per un export totale di 17,9 miliardi di euro. Tra i principali importatori troviamo gli Stati Uniti, il Regno Unito, il Canada e la Cina, che rappresentano insieme il 67% dell’export totale. Il forte orientamento all'esportazione del vino ha svolto un ruolo cruciale nel ridurre il deficit della bilancia commerciale dell'UE del 3,7% nel 2022.

Impatto sull’occupazione
In termini di occupazione, il settore vinicolo offre lavoro a circa 2,9 milioni di persone all’interno dell’Unione (1,4% dell’occupazione totale). Gli occupati sono così distribuiti: il 21,5% è impiegato nella viticoltura, il 10% nella vinificazione e il 68,5% nella commercializzazione. Inoltre, il settore presenta una produttività eccezionale, con un valore aggiunto più elevato per dipendente rispetto ad attività simili in ogni fase della catena del valore: le aziende vinicole, infatti, sono il 15% più redditizie della media delle aziende agricole nell’UE.

Contributo sociale
In tutta l'UE, le aree prevalentemente rurali occupano quasi la metà del territorio e ospitano più di 93 milioni di abitanti, che corrisponde al 21% del totale della popolazione dell’Unione Europea. Nell'ultimo decennio, queste aree hanno registrato un calo medio della popolazione dello 0,7%, soprattutto nella fascia di popolazione giovane e in età lavorativa. Nonostante ciò, vi è una differenza tra le aree rurali in cui sono presenti vigneti e cantine e quelle in cui sono assenti. Queste ultime hanno subito un declino più significativo del 2,6% circa rispetto alle aree in cui sono presenti vigneti, che riportano invece una diminuzione del 0,4%, dunque 6,5 volte minore. Tale condizione porta ad una maggiore produttività dei vigneti nell'Unione Europea rispetto alla media delle aziende agricole, migliorando la redditività economica dell'ambiente rurale.

Contributo culturale
Il vino è diventato un'attrazione turistica e, di conseguenza, un catalizzatore economico chiave in molte regioni rurali, non solo con significative ricadute positive sulle attività correlate, ma creando un’intera industria del turismo del vino. Tale filiera comprende: agenzie viaggio, alloggi rurali, visita alle cantine e ai musei del vino, attività ricreative tematiche, trasporti, guide turistiche, scoperta della gastronomia locale, ‘wine therapy’. L’enoturismo svolge una funzione chiave per la promozione sociale e culturale delle aree rurali in quanto:

Contribuisce allo sviluppo creando posti di lavoro e opportunità di soggiorno;

Migliora lo status delle aree interessate, che si trasformano in destinazioni premium;

Promuove valori culturali regionali, come la gastronomia e i prodotti tipici locali.

 Nel 2022, si stima che il settore turistico attorno al vino ha mosso circa 36 milioni di persone alla ricerca di esperienze legate al vino, volte ad esplorare la cultura dei vigneti e le tradizioni locali. Sono aumentate inoltre anche le visite presso le cantine e i musei del vino, contribuendo complessivamente ad accrescere i ricavi del settore che ammontano a 15 miliardi di euro (2022).

Contributo alla ricerca e allo sviluppo
Il settore vitivinicolo contribuisce attivamente alla R&S e all'innovazione con progetti che possono essere classificati in sei grandi aree di studio:

-Viticoltura, con iniziative relative al miglioramento dell’agricoltura;

-Wine economy, con progetti per incrementare l'efficienza nelle fasi della catena del valore del settore;

-Processi, per affrontare le sfide tecniche e tecnologiche nei processi di vinificazione;

-Prodotti, per migliorare la qualità del prodotto finito;

-Sostenibilità, con progetti volti a rafforzare la resilienza al cambiamento climatico;

-Salute, per aumentare la qualità dei vinicoli e indagare sul contributo del vino e dell'uva in termini di salute degli individui.

 L'attività diretta del settore vitivinicolo, e soprattutto la sua influenza sulla catena del valore (attività indiretta), hanno contribuito a mantenere oltre 1,1 miliardi di euro di investimenti in R&S e innovazione nell'UE nel 2022, in gran parte dovuto all'alta intensità di innovazione dell'intera catena dell’industria che genera benefici indiretti su altri settori quali: servizi tecnici e scientifici, produzione e telecomunicazioni.


«La vitalità del settore vitivinicolo europeo rappresenta un’eccellenza nel panorama socioeconomico e ambientale internazionale. Il mercato dell’Unione Europea vale il 62% della produzione globale e l’intera filiera impatta positivamente in molte zone rurali, sia in termini di occupazione, produttività e ricchezza, sia proteggendo e incoraggiando la biodiversità.

La crescita dell’enoturismo e delle attività legate al vino, inoltre, svolgono una funzione chiave per la valorizzazione sociale e culturale dei territori, delle comunità e delle loro tradizioni. Un ulteriore valore aggiunto è dato dall’alta intensità di innovazione dell'intera catena dell’industria, che contribuisce significativamente agli investimenti in R&S nell’UE e promuove lo sviluppo di progetti che generano benefici indiretti anche sugli altri settori»
 ha detto Erika Andreetta, EMEA Fashion & Luxury Leader e Partner PwC Italia.

TAG: ENOTURISMO,ERIKA ANDREETTA,PWC,RICERCHE

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