Vino
31 Maggio 2024Una ricerca Uiv mette a fuoco le nuove tendenze degli eno-consumatori italiani
Gli italiani sono ancora fedeli al vino, ma non più come un tempo. Secondo le elaborazioni Uiv (Unione Italiana Vini) su base Istat relative agli ultimi dodici anni, infatti, su 29,4 milioni di "bevitori" totali nel 2023 calano i consumatori quotidiani (-400mila rispetto all'anno prima), ma aumentano la domanda femminile, la saltuarietà e la consapevolezza.
Rappresentati al 58% da maschi e al 42% da femmine, i nuovi eno-consumatori e consumatrici hanno un rapporto con il vino più responsabile e consapevole ma allo stesso tempo meno esclusivo, fatto di frequenti "tradimenti" di abitudini con altri partner alcolici. Una tendenza che con il passare degli anni caratterizza non più solo i giovani e i giovanissimi ma che si riflette anche sulle generazioni più adulte, anch’esse sempre meno legate a un impiego quotidiano e a quello, quasi passivo, del companatico. Come prova, tra l'altro, la crescita dei consumatori dell’aperitivo (+31% dal 2011), oggi diventata ormai una consuetudine per quasi 22 milioni di persone.
«Cambiano le abitudini ma probabilmente l’attuale approccio è ancora più stimolante rispetto alle motivazioni di un tempo. Oggi la domanda è maggiormente legata al piacere e alla condivisione che non all’abitudine, e questo penso sia una prova di maturità importante che conferma come il vino sia sinonimo di moderazione», ha detto in merito Lamberto Frescobaldi, Presidente di Uiv.
Tra i dati della ricerca che vale la pena sottolineare, oltre alla crescita della domanda femminile (+10%, con i maschi a -3%) e la minor fruizione quotidiana (-22%), c'è la contestuale crescita del 29% dei “non quotidiani”, oggi arrivati a 17,7 milioni di persone e a rappresentare il 60% del totale, contro il 48% di dodici anni prima. Quello della saltuarietà però è un fenomeno che coinvolge anche la birra: oggi due terzi dei consumatori di bionde lo fanno in modo sporadico.
Se tra i consumatori quotidiani i giovani della Gen X (fino a 24 anni) pesano solo il 4,4% (circa la metà della loro incidenza sulla popolazione italiana), anche tra tra le generazioni successive la percentuali degli “assidui” si sta riducendo sempre di più. I trend relativi ai “quotidiani” variano infatti dal -20% al -50% per tutte le successive coorti a eccezione degli over 65, una roccaforte che da sola vale il 40% dei consumatori abituali.
Per quanto concerne invece i consumi, a primeggiare è l’Emilia-Romagna, regione con la maggior quota di consumatori in base alla popolazione (61,3%), seguita dalla Valle d’Aosta (60,5%), dalla Toscana (60,4%) e dal Veneto (59,8%). A registrare la maggior crescita di consumatori (+11%) è la provincia di Trento, la Basilicata invece quella con la maggior contrazione (-9%). Tra le macroregioni infine, in prima fila c'è il Nord-Est con un’incidenza al 59,4%, seguito da Centro (57,4%), Nord-Ovest (56,7%), Mezzogiorno (51,1%), e Isole (46,8%).
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