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31 Agosto 2022Rialzi insostenibili minano la solidità delle aziende nostrane, i commenti di Fipe-Confcommercio e di Marina Lalli di Federturismo
Dei continui rincari di luce e gas se ne parla ormai da mesi ma poco e niente si è fatto per arginarne gli effetti. E i numeri, si dice, sono destinati a peggiorare. La sospensione delle forniture di gas russo porterebbe a dare fondo alle riserve nei Paesi europei già alla fine del 2022, innescando inevitabilmente razionamenti e recessione. Il Pil dell’eurozona perderebbe l’1,7%, con un impatto del 2,5% per i due Paesi più esposti, Italia e Germania.
Costi che azzerano i guadagni insomma, e questo avviene su più fronti, incluso quello turistico e del fuoricasa a cui recentemente Fipe-Confcommercio ha destinato l'iniziativa Bollette In Vetrina. Come racconta Sara Deganello in un recente articolo su Il Sole 24 Ore, l'Hotel Dolcestate di Campofelice di Roccella (Palermo), a luglio ha pagato 73.488 euro per 114.618 Kwh: +315%. L’hotel Picobello Pineta di Jesolo (Venezia) dichiara rincari del 232%. Mentre il Sunshine Club Hotel di Ricardi (Vibo Valentia) lamenta un luglio da 46.201 euro contro i 13.784 dell’anno scorso: +235%.
Per la presidente di Federturismo Marina Lalli «le previsioni per l’autunno, con il Pun in aumento del 40%, disegnano uno scenario apocalittico che porterà alla chiusura di migliaia di attività turistiche e non».
Un allarme confermato da Federcommercio per tante aziende del terziario di mercato, come già annunciato in questo articolo. Coldiretti calcola invece un rincaro di quasi 9 miliardi di euro per la spesa alimentare degli italiani.
«Senza un intervento immediato che faccia da argine all’incremento esponenziale dei costi delle bollette per luce e gas che si è registrato nelle ultime settimane, i consumatori si troveranno presto a fare i conti anche con l’impennata dei listini in bar e ristoranti» commentano da Fipe. «Fino a questo momento le imprese della ristorazione italiana si sono rivelate le più virtuose d’Europa, ammortizzando questi extra costi senza scaricarli sulla clientela, ma il sistema ora non è più sostenibile.
Bisogna correre ai ripari estendendo immediatamente il credito di imposta anche alle imprese non energivore e non gasivore, per coprire gli aumenti che si stanno registrando nelle ultime bollette e che sembrano destinati a crescere ulteriormente nei prossimi mesi. Un credito di imposta che dovrà però essere ben superiore al 15% per l’energia elettrica e al 25% per il gas previsto per il II trimestre 2022, dal momento che le imprese si trovano a fronteggiare aumenti ben più consistenti. In più, dovrà essere concessa la possibilità di rateizzare le bollette monstre ben sapendo che il credito d’imposta è successivo al pagamento e anche se più “generoso” non potrà mai compensare interamente l’extra costo».
Secondo un’analisi dell’Ufficio Studi Fipe, a luglio i prezzi dei servizi della ristorazione sono cresciuti del 4,9% rispetto allo stesso periodo del 2021, a fronte di una crescita media nei paesi dell’Unione europea del 7,8%, con incrementi del 9,2% in Austria, dell’8% in Olanda e del 7,7% in Germania. Per contro, la ristorazione italiana deve fare i conti con bollette triplicate nel giro di un anno.
Una pasticceria del centro di Firenze, ad esempio, che a luglio 2021 ha speso 2.307 euro per 9.383 kwh di consumi di energia elettrica, a luglio di quest’anno ha speso 10.243 euro per 11.721 kwh con un costo al Kwh che è salito da 0,16 a 0,69 euro. Analogo discorso per un bar di Roma, costretto a pagare a luglio 6.946 euro kwh a fronte dei 2.316 euro di un anno fa per un consumo equivalente di poco più di 10 mila kwh. In questo caso il costo del Kwh è passato da 0,14 a 0,52 euro.
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