Attualità
24 Marzo 2023Secondo una recente ricerca di Toluna, gli italiani temono per il proprio impiego, rimandano le grandi spese e tagliano attività ricreative e acquisti superflui
Tra aumento del costo della vita e diffusa instabilità politico-economica, anche nel 2023 i consumatori di tutto il mondo si confrontano con forti pressioni che influenzano inevitabilmente stile di vita e scelte d’acquisto. Ma come stanno reagendo davanti a tali difficoltà? Quanto sono fiduciosi di assistere a un miglioramento nel breve periodo? E com’è la situazione nel nostro Paese, se messa a confronto con i risultati internazionali?
Le risposte a questi interrogativi arrivano dalla ventunesima wave del Barometro Globale dei Consumatori di Toluna, digital market research agency che, attraverso la sua piattaforma di consumer insight a gennaio scorso ha svolto un’indagine che ha coinvolto oltre 15mila rispondenti (di cui più di 1000 italiani) in 18 mercati, rivelando aspettative e preoccupazioni.
Quasi la metà (47%) dei partecipanti al panel di Toluna in tutto il mondo dichiara di sentirsi “molto soddisfatta” per l’andamento della propria vita nelle due settimane precedenti all’indagine. Un dato di 6 punti percentuali più alto rispetto a gennaio 2022 a livello globale, ma che registra notevoli difformità geografiche: se da un lato i soddisfatti nelle Americhe raggiungono il 60%, in Europa la quota si ferma a 39%. Tra i più bassi al mondo il valore italiano, che si attesta al 36%.
La fiducia dei consumatori, nonostante l’incremento della life satisfaction, rimane problematica. A causa del carovita, solo il 27% degli intervistati totali si definisce “molto fiducioso” sulla possibilità di poter spendere denaro nei prossimi mesi – una percentuale che cala ulteriormente in Europa (16%) e in Italia (11%).
Pessimismo per la situazione italiana
È la sicurezza finanziaria ciò che preoccupa maggiormente i rispondenti di tutto il mondo, come confermano 4 persone su 10, nonché il 35% degli italiani. Proprio questi ultimi si dimostrano particolarmente pessimisti: solo il 17% crede assisterà a un miglioramento della sua situazione economica nei prossimi tre mesi, il 23% entro la fine dell’anno (35% e 44% le corrispondenti medie globali). Impensierisce nello specifico la situazione occupazionale: il 40% dei nostri connazionali teme per il proprio impiego, ha un’occupazione ridotta o è rimasto disoccupato durante la pandemia, con 5 punti percentuali in più rispetto al dato globale.
A chi rivolgersi nel momento del bisogno? Il 47% dei partecipanti al panel, sia in Italia che nel mondo, si affiderebbe innanzitutto alla propria famiglia per un supporto finanziario; il 20% degli italiani ricorrerebbe a una banca o a un istituto di credito, il 15% all’aiuto di un amico e il 12% confiderebbe nel sostegno del sistema previdenziale.
Colpiti anche benessere e salute
Le ripercussioni dell’aumento del costo della vita hanno coinvolto non soltanto i conti correnti dei consumatori, ma anche salute e benessere. Nel nostro Paese, il 37% dei partecipanti al sondaggio riconosce un incremento nel livello di stress e il 44% concorda nel sostenere che l’attuale situazione economica ha un concreto impatto sullo stato di salute. Il 15%, inoltre, dichiara di mangiare in modo meno sano, il 18% di aver ridotto l’esercizio fisico e il 12% di aver messo la salute in secondo piano. Davanti a queste sfide, è difficile per gli italiani restare positivi: solamente il 17%, infatti, si aspetta di essere più soddisfatto della propria salute e benessere personale entro la fine del 2023, contro invece il 35% dei partecipanti globali.
Acquisti oculati e tagli al tempo libero
L’aumento del costo della vita e dell’energia condizionano le spese, come confermano 7 panelisti su 10 sia a livello globale che nazionale. Allo stesso modo, 6 su 10 dichiarano di voler rimandare i grandi acquisti fino ad una nuova stabilizzazione finanziaria.
Quali saranno, dunque, le spese maggiormente impattate nel prossimo futuro? Nei tre mesi successivi al sondaggio i rispondenti italiani sono intenzionati a tagliare sulle attività ricreative come mangiare fuori casa (33%), acquistare prodotti di marca (25%), frequentare bar e pub (21%) e scommettere (19%). Le voci sono comuni ai risultati emersi recentemente da una ricerca di NielsenIQ e ciò avvalora ulteriormente questi dati.
Gli intervistati mostrano una diffusa propensione a un approccio più accorto e orientato al valore, che si traduce nell’intenzione di ridurre gli acquisti superflui (come sostenuto dal 55% degli italiani), confrontare i prezzi (41%) e visitare più negozi alla ricerca di occasioni (46%).
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