Spirits
17 Maggio 2024Il trend dei prossimi anni sarà il low/no alcol, ma c'è ancora parecchia confusione in merito, anche tra i produttori
I volumi dei prodotti a basso contenuto alcolico nei dieci principali mercati no/low del mondo cresceranno a un CAGR del +3% tra il 2023 e il 2027. Gran parte della crescita della categoria dovrebbe provenire da alcuni dei più grandi mercati a basso contenuto alcolico, tra cui Germania, Stati Uniti, Francia e Regno Unito. A fare la previsione una recente analisi dell'IWSR, secondo la quale, nel contempo, gli alcolici dovrebbero perdere un 2% del mercato.
Per coloro che desiderano moderare l’assunzione di alcol, le proposte a basso contenuto alcolico però possono creare confusione. «I consumatori non sanno necessariamente che un marchio di alcolici si attesta normalmente sul 30-40% di ABV, quindi non sempre sanno cosa significhi un 20% di ABV per un marchio di gin, o come un 20% di ABV possa essere correlato a un vino al 5% di ABV o a una birra all’1% di ABV» dice a tal proposito Susie Goldspink, Head of No/Low-Alcohol Insights, ISWR. Inoltre, spesso non è chiaro quante bevande a basso contenuto alcolico si possono consumare e rimanere entro il limite legale di guida in stato di ebbrezza. Per questo motivo, i marchi potrebbero aver bisogno di educare i consumatori alla proposta di bevande a basso contenuto alcolico. In una pubblicità online di Nice Drinks nel Regno Unito, ad esempio, un’illustrazione mostra quanti bicchieri del loro vino sessions a basso contenuto alcolico equivalgono a un bicchiere di vino a gradazione piena.
Gli alcolici a basso contenuto alcolico inoltre stanno cedendo quote di mercato al vino a basso contenuto alcolico, in particolare negli Stati Uniti, dove le previsioni dell’ISWR prevedono che i volumi di vino a basso contenuto alcolico cresceranno a un CAGR del +14% tra il 2023 e il 2027, mentre gli alcolici a basso contenuto alcolico dovrebbero flettersi a un CAGR del -9% nello stesso arco di tempo.
I proprietari dei marchi continuano a rivolgersi ai consumatori che cercano livelli alcolici più bassi, attraverso prodotti come Decem, un distillato con botaniche profumate per un’alternativa di gin al 10% dal gusto pieno, e Quarter, che offre alternative di gin e tequila al 12%, oltre a un Margarita e un Negroni più leggeri pronti da servire. «Questo approccio genera interesse per i prodotti a bassa gradazione, anche se non rientrano nella definizione di alcolici a bassa gradazione dell’ISWR», aggiunge Goldspink. «Gli alcolici a bassa gradazione sono messi in ombra dal vino a bassa gradazione, ma i marchi si stanno facendo strada con prodotti che riflettono il cambiamento del comportamento dei consumatori, in particolare la preferenza per esperienze di consumo più leggere».
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