Si intravede la ripartenza ma il futuro si prospetta ancora difficile e pieno di incertezze
Presentato lunedì 28 marzo all’International Horeca Meeting di Italgrob, alla Fiera di Rimini, il primo rapporto Italgrob-Censis ha messo in evidenza, come preannunciato, i nuovi bisogni dei consumatori e le possibilità di sviluppo del settore horeca.
Dopo la pandemia torna la voglia del fuori casa
Nel corso dell'ultimo biennio, segnato dalla crisi pandemica, il 68,2% degli italiani (e in particolare il 78,1% dei giovani) ha avuto nostalgia dei momenti di convivialità trascorsi nei locali pubblici. Il 71,1% della popolazione afferma che tornerà con uguale o maggiore frequenza a fare colazione fuori casa nei bar o nelle pasticcerie, il 68,9% tornerà a mangiare al ristorante o in trattoria, il 65,9% tornerà a consumare aperitivi e apericene in wine bar, enoteche o brasserie. Il 21,7% (il 40,9% dei giovani) è intenzionato a frequentare di più i luoghi della convivialità. Già oggi all’88,4% capita di pranzare o cenare negli esercizi pubblici e al 64,5% di incontrarsi con amici e colleghi per un aperitivo.
Il ruolo decisivo della distribuzione horeca
3.800 imprese, più di 60.000 addetti ed un fatturato pari a 17 miliardi di euro prima della pandemia: sono questi i numeri del settore della distribuzione horeca. Una piattaforma che connette le industrie del food & beverage con gli oltre 300.000 esercizi pubblici presenti sul territorio, rendendo possibile ogni giorno la convivialità fuori casa, che migliora la qualità della vita delle persone e dà slancio economico e sociale ai territori.
La convivialità migliora la qualità della vita
L’89,1% degli italiani considera i luoghi del fuori casa un'importante fonte di lavoro e di reddito ma anche uno stimolo per l’attività delle imprese locali. Per l’88,3% la presenza di una rete di bar, caffè, pasticcerie, enoteche e ristoranti è importante per assicurare la buona qualità della vita, rendendo i territori vitali e aperti alla relazionalità. Il 68,8% è convinto che la presenza degli esercizi pubblici renda i luoghi anche più sicuri e frequentabili. Il 67,3% (il 74,8% dei giovani) ritiene che proprio la presenza dei locali consenta di organizzare al meglio la movida, evitandone le degenerazioni. Invece l’assenza degli esercizi pubblici condanna i territori al declino economico e al degrado sociale.
Il fuori casa è la prima scelta per trascorrere il tempo libero e per festeggiare
Ristoranti e trattorie sono la prima opzione degli italiani per i pranzi o le cene con gli amici nel tempo libero: 52,2%. Il 38,0% invece rimane in casa a cucinare anche nel tempo libero e il 9,8% sceglie il food delivery. Lo stesso vale per gli aperitivi: il 65,0% preferisce gli esercizi pubblici, il 27,3% il salotto di casa e il 7,7% si fa consegnare cibi e bevande a domicilio. Per festeggiare lauree, battesimi e comunioni gli italiani prediligono di gran lunga il fuori casa: 71,6%. Solo il 21,9% festeggia in casa e il 6,5% si rivolge ai servizi di asporto. Anche per celebrare ricorrenze, matrimoni e compleanni si privilegiano i locali pubblici (63,8%) rispetto alla cucina casalinga (29,1%) o all’home delivery (7,1%). Invece per le feste comandate vincono le soluzioni domestiche: 73,9%. In queste occasioni solo il 18,8% sceglie gli esercizi pubblici e il 7,3% il food delivery.
Cosa cambia con lo smart working?
Tra i lavoratori in smart working, il 66,0% cucina nella propria abitazione, il 19,9% ricorre alle consegne a domicilio e il 14,1% esce comunque per pranzare in un esercizio pubblico. Nei giorni di lavoro in presenza, durante la pausa pranzo il 53,0% dei lavoratori opta per un locale pubblico, il 31,9% si porta il pranzo da casa e il 15,1% ordina il pasto online.
Tra canali fisici e strumenti digitali: il mix scelto dal consumatore
Ricorrere ai servizi di home delivery non significa dire addio ai consumi fuori casa. Quasi la totalità degli utenti delle piattaforme digitali di food delivery (96,1%) mangia anche al ristorante o in trattoria e l’80,6% si ritrova anche nei locali pubblici per l’aperitivo. Con grande pragmatismo, gli italiani mixano i tradizionali canali fisici con le opportunità offerte dal digitale, scegliendo di volta in volta senza pregiudizi come e dove fare la colazione, il pranzo, l’aperitivo e la cena.
«Il 2022, che avrebbe dovuto segnare la ripresa per tutta la filiera del consumo fuori casa, si prospetta ancora difficile e pieno di incertezze alla luce della difficile congiuntura attuale, cui si sommano i rincari delle materie prime e dell’energia» commenta Giangiacomo Pierini, Presidente di Assobibe. «Il caro bollette e l’impennata del costo delle materie prime purtroppo allontanano ulteriormente l’orizzonte di una ripresa, ma in questo contesto rilanciare i consumi fuori casa è vitale per i nostri settori, anche attraverso la riduzione del cuneo fiscale e la cancellazione delle nuove tasse previste tra pochi mesi».
Pierini sottolinea dunque la necessità di un piano strutturato di interventi a sostegno delle aziende che escono da due anni pandemici estremamente duri. «Confidiamo in un intervento deciso da parte del Governo, anche attraverso una riduzione temporanea dell’IVA sugli alimenti, che traghetti i consumi in questa fase fortemente inflattiva, sostenga la crescita economica e supporti le aziende al fine di poter superare al meglio le incertezze che stanno caratterizzando questo difficile periodo».
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