Birra
21 Aprile 2022Una minuziosa indagine getta luce sul presente e futuro della birra teutonica
La professoressa Greta Nasi ha curato un progetto, all’interno del corso “Public Management for competitiveness”, finalizzato alla comprensione delle interdipendenze esistenti tra i diversi distretti industriali e commerciali di un Paese. Il gruppo, costituito da Nausicaa Leondini, Giacomo Corti, Antonio Petraccaro e Elena Ragone, si è focalizzato sul polo brassicolo tedesco, con particolare attenzione all’area bavarese.
Il lavoro è stato diviso in tre macro aree principali. La prima, di carattere più generale, analizza il contesto economico in cui è calato il cluster della birra bavarese. La seconda fornisce una descrizione dell’evoluzione storica, della composizione e dei risultati economici raggiunti dalle aziende costituenti il polo, proponendo una in depth analysis attraverso i modelli “National diamond model” e “delle cinque forze”. La terza, infine, è dedicata all’identificazione di eventuali problematiche future e di possibili soluzioni.
Per quanto riguarda il contesto economico generale la Baviera è una delle regioni industriali più competitive d'Europa. Nel 2019 il PIL regionale è stato di 617 miliardi (di euro), pari al 18% del PIL tedesco complessivo (Eurostat, 2020). Tra il 2009 e il 2018 l'area ha mostrato una crescita significativa, con un tasso medio di crescita del PIL del 4,25% (livello europeo: 2,70%). Inoltre la Baviera ha vissuto enormi cambiamenti strutturali passando da regione prevalentemente agricola ad area con forte vocazione tecnologica e digitale.
Al fine di analizzare le varie componenti costitutive del distretto brassicolo ci si è serviti del “national diamond model”, un framework riconosciuto a livello globale composto da 4 elementi principali:
• Il contesto generale e il numero di competitor presenti
La Baviera risulta avere:
• Le condizioni di input
• Le condizioni della domanda
• Le industrie correlate e di supporto
Il mercato della birra bavarese ha subito perdite nelle vendite nel 2019 raggiungendo un volume totale di vendite per 23,8 milioni di ettolitri, pari ai livelli del 2017. I cambiamenti nello sviluppo demografico, come il calo della popolazione, l'aumento della percentuale di anziani, e una percentuale crescente di immigrati, i cui riferimenti culturali differiscono rispetto a quelli autoctoni, hanno causato un calo sia nel numero di consumatori che nel consumo pro capite.
Nel 2019 le esportazioni di birra bavarese in ettolitri sono diminuite del 3,4%, attestandosi a poco meno di 196.500 hl, mentre la quota di esportazione è rimasta intorno al 23,3%. La Baviera risulta, quindi, essere lo stato con la maggior esportazione di birra, indirizzata per il 60% verso Paesi UE e per il restante 40% a Paesi terzi. Per quanto riguarda le importazioni pochi paesi dell'UE fanno affidamento sulle birre nazionali quanto i cittadini tedeschi, come si denota da una quota di importazioni relativamente bassa.
Per concludere le sfide che il futuro riserva al polo brassicolo bavarese sono:
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