Attualità
31 Marzo 2023A dispetto di quello che si potrebbe credere, si prevede una crescita per il settore degli "insect food"
La notizia del via libera alla farina di grillo ha già fatto discutere nelle scorse settimane, adesso emergono i primi numeri relativi alla popolazione interessata a sondare nuovi consumi alimentari.
Un italiano su tre si dichiara propenso ad acquistare alimenti che contengono insetti commestibili: la maggior parte lo farebbe per soddisfare la propria curiosità e per sperimentare alimenti innovativi. È questo il risultato emerso da “Insect food e consumatori” realizzata dall’Università degli Studi di Bergamo. Secondo la recente indagine, il 9% degli italiani sarebbe “altamente propenso” a consumare insect food e il 21% “mediamente propenso”, mentre il restante 70% si dichiara poco propenso.
«Come evidenziato dalla ricerca, i driver principali che spingerebbero i consumatori all’acquisto di questi alimenti sono la curiosità e lo spirito innovativo. Ma questo è solo il primo passo per indagare un mercato molto promettente per il futuro: condurremo altri studi per approfondire il rapporto tra italiani e insect food» spiega Riccardo Valesi, ricercatore del dipartimento di Scienze aziendali dell’Università di Bergamo.
Per capire in che modo le intenzioni di acquisto siano effettivamente distribuite nel campione e quanto ne influenzino la composizione, la ricerca ha individuato quattro gruppi di consumatori:
1) gli edonisti sono il 15%: sono tra i più aperti all’acquisto. Sono soprattutto uomini, fino ai 25 anni d’età, per lo più onnivori. Rispetto agli altri gruppi, registrano la percentuale più alta di soggetti che hanno già avuto esperienze passate con il consumo di cibo a base di insetti, e l’interesse più basso verso le dimensioni di salubrità ed etica nelle decisioni alimentari;
2) i progressisti (18%) sono soprattutto over 40, equamente divisi tra uomini e donne. Si definiscono onnivori e praticanti sport individuali con una media di 1 o 2 volte a settimana. Secondo quanto emerso dalle interviste sono i più interessati a provare alimenti inusuali e nuovi e compiono scelte di acquisto alimentari che tengano conto delle proprietà salutistiche degli alimenti e della loro dimensione etica;
3) gli inconvincibili (33%) sono composti soprattutto da donne, tra i 18 e 25 anni: sono onnivori e non hanno avuto esperienze pregresse con il cibo a base di insetti. Non sono interessati a esplorare alimenti nuovi e sono poco interessati alla dimensione salutistica degli alimenti;
4) i follower (33%) sono rappresentati soprattutto da donne, over 26. Dalle interviste risultano interessati alla salubrità e alla dimensione etica degli alimenti acquistati, tendono a volersi conformare alle opinioni altrui, non hanno mai avuto esperienze pregresse con il cibo a base di insetti e non vogliono variare i loro consumi alimentari.
«Il settore degli insetti commestibili può essere un’opportunità per innovare il settore e per creare valore nella filiera agro alimentare dei novel food made in Italy» spiega Carlotta Totaro Fila, fondatrice di Alia Insect Farm, startup agro alimentare milanese che vuole contribuire alla produzione italiana di proteine alternative da insetto edibile. «Introducendo la polvere di grillo nelle categorie di uso comune nelle percentuali consentite dai regolamenti di attuazione, come ad esempio in pane, pasta, pizza, biscotti, snack, potremmo aggiungere i benefici nutrizionali di questa materia prima naturale a tipologie di cibo che già consumiamo normalmente. Etichettati in modo chiaro e trasparente, i novel food contenenti polvere di grillo saranno non solo una scelta in più per il consumatore alla ricerca di innovazione, nuove esperienze gustative, ma sempre attento alla composizione nutrizionale e alla sicurezza».
Come evidenziato da Ipiff, organizzazione no-profit che rappresenta gli interessi del settore dei produttori di insetti, la produzione si basa su qualche migliaio di tonnellate (volumi destinati sia al settore feed che food), mentre gli investimenti hanno già superato quota 1 miliardo di euro e si stima arriveranno ai 3 miliardi nel 2025. Il settore degli insetti raggiungerà entro il 2030 oltre 30 mila impiegati full time.
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