Economia
06 Luglio 2022Per tornare ai livelli pre-covid bisognerà aspettare la fine del 2023
Al momento la nostra economia sembra poter reggere la crisi internazionale e a testimonianza ci sono i dati relativi al secondo trimestre con una crescita stimata di mezzo punto percentuale.
Così come evidenziato nella Congiuntura Confcommercio di giugno, il direttore dell’Ufficio Studi della Confederazione Mariano Bella, ritiene che «il 3% di variazione del PIL nell’anno in corso possa diventare un obiettivo raggiungibile, sebbene non scontato. La ricetta che accomuna questi piccoli miracoli - aggiunge Bella - potrebbe essere stata la buona cooperazione tra settore privato e controparte pubblica. Le istituzioni, insomma, hanno giocato e fatto giocare una partita che si sta svolgendo favorevolmente. Motivo in più per proseguire nella collaborazione, magari sempre più mirata, selettiva, efficace».
Bella evidenzia però che il Pil nei mesi di maggio e giugno, nonostante il buon risultato ottenuto nel trimestre, abbia mostrato una tendenza alla riduzione (-0,3% in termini congiunturali), dinamica che ha portato a giugno ad una variazione del 2,1% nel confronto annuo. I consumi, misurati nella metrica dell’ICC sono in crescita (+3,4% su maggio del 2021), sospinti dall’incremento della propensione al consumo dovuto alla fortissima voglia di ritorno alla normalità dopo la pandemia e nonostante la guerra in corso da ormai quattro mesi alle porte dell’Europa.
«La domanda si è prevalentemente orientata al recupero della componente dei servizi, soprattutto quelli del turismo che comincia a godere del ritorno degli stranieri» prosegue Bella. «Altri settori invece, come l'automotive, sono in piena crisi, e certi, come abbigliamento e calzature, vivono una ripresa a fasi alterne». Presto l’effetto della riduzione del potere di acquisto emergerà a scapito dei consumi, ancora ben lontani dai livelli pre pandemia.
In relazione alle dinamiche registrate dalle diverse variabili che concorrono alla formazione dei prezzi al consumo, si stima per il mese di giugno 2022 una variazione dello 0,5% su base mensile e del 7,3% su base annua. Il permanere di tensioni sui mercati delle materie prime, non solo energetiche, e delle difficoltà lungo le filiere di produzione e distribuzione, complicano non poco l’individuazione di un punto di svolta. Il permanere di questa situazione e la conseguente progressiva erosione dei redditi reali non potrà non avere conseguenze nella seconda parte del 2022.
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