Spirits
30 Settembre 2022Bene anche sul fronte export ma preoccupa l'aumento dei costi
In occasione della 76esima assemblea di AssoDistil svoltasi pochi giorni fa sono stati presentati i dati relativi all’andamento del mercato dei distillati che si trova a fare i conti con la crescente inflazione e l’aumento dei costi delle materie prime ed energetiche.
Secondo i dati di Format Research la metà delle imprese del settore lamenta un incremento dei prezzi e servizi di energia elettrica e gas superiore al 40% accanto all’aumento dei costi delle materie prime per cui un’impresa su quattro ha registrato rincari superiori al 20%. Per fronteggiare l’effetto dei rincari l’86% delle imprese dei distillati hanno rivisto o prevedono di rivedere al rialzo i prezzi praticati, mentre l’80% di questa ha valutato o sta valutando nuovi fornitori.
In questo scenario molto complesso l’istituto di ricerca Nomisma ha evidenziato - durante i lavori dell’Assemblea - come il mercato della grappa mostri luci ed ombre, per effetto di trend differenti fra i diversi canali di consumo. Un segnale positivo proviene dall’aumento dei volumi esportati, con un incremento a valore superiore di quello a volume che dimostra un aumento dell’immagine del valore percepito per la Grappa dai consumatori esteri.
Con riferimento alla distribuzione moderna nazionale, nei primi sei mesi dell’anno si assiste, invece, a una diminuzione delle vendite di grappa del 7% in valore rispetto al primo semestre del 2021 (fonte: NielsenIQ). La contrazione colpisce anche il canale dell’e-commerce con una diminuzione dei valori venduti del 15%. In entrambi i casi si tratta di dinamiche che sono trasversali all’intero comparto beverage: nel medesimo periodo si riducono infatti anche le vendite in GDO di vino (-6%) e spirits (-3%).
La riduzione degli acquisti di grappa nel canale retail (fisico ed online) - oltre ad esser influenzata all’attuale congiuntura - è da ricondurre in primis alla forte ripresa dei consumi nell’Ho.re.ca, canale strategico per il settore e da dove prima della pandemia passavano più della metà dei consumi di spirits del nostro Paese.
A conferma di ciò, nei primi 6 mesi del 2022 le vendite nel canale Cash&Carry - format distributivo nel quale si riforniscono ristoranti e bar e che dunque può esser considerato una proxy delle tendenze del canale Ho.re.ca. - hanno registrato una crescita di ben il +31% rispetto al 2021.
«Nei primi 6 mesi del 2022 il mercato della grappa - al pari di quello del vino e degli spirits in generale - ha registrato una contrazione delle vendite in GDO a fronte però di una forte ripresa dei consumi nel canale Ho.re.ca» - spiega Emanuele Di Faustino, Senior Project Manager Nomisma S.p.A. «Tuttavia, la crisi energetica, la crescente inflazione e il conseguente calo del potere di acquisto dei consumatori rischiano di frenare i consumi fuori casa degli italiani nel secondo semestre dell’anno, con impatti negativi anche il mercato della grappa».
Segnali positivi arrivano invece dall’export. Nel I semestre del 2022 l’export di Grappa ha fatto registrare 28 milioni di euro vs i 24 milioni dei primi 6 mesi del 2021 che si traduce in +17% in valore e +9% in volume. Tra i mercati internazionali che apprezzano di più la grappa vi è la Germania che da sola concentra ben il 59% dell’export di settore.
«I dati sull’export sono incoraggianti e la testimonianza di un lavoro capace di privilegiare l’eccellenza italiana che sta dando i suoi risultati» - ha spiegato Cesare Mazzetti, Presidente del Comitato Nazionale Acquaviti AssoDistil. «Il filo diretto che ci lega ai lavori che sta portando avanti la Commissione europea per riformare il testo unico delle indicazioni geografiche va proprio in questa direzione: rendere la filiera delle nostre aziende sempre più competitiva».
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