Vino
12 Luglio 2022Secondo una recente ricerca il 64% dei tedeschi beve vino italiano
Se da un lato l'Italia registra ottime performance nel comparto delle acque minerali, dall'altro va altrettanto bene a quello enologico: il dato emerge da un recente studio dell'Osservatorio Nomisma Wine Monitor, in occasione della presentazione a Roma delle edizioni 2022 dell'Annual Report di Valoritalia.
In Germania le nostre etichette di vino hanno battuto quelle francesi nella frequenza del consumo e questa è una notizia assolutamente rincuorante perché il mercato tedesco resta, dopo quello d'oltreoceano, il principale riferimento per la produzione enologica nazionale con un valore dell'export che nel 2021 ha superato il miliardo di euro.
Dall'indagine emerge pure che ad indirizzare le scelte dei consumatori sono elementi come la notorietà del brand, il marchio biologico e la certificazione della sostenibilità, con una spiccata sensibilità nei confronti di metodi di produzione rispettosi delle risorse ambientali, origine e tracciabilità della filiera.
Non mancano infine, in Germania come in Italia, i consumatori più sensibili, che puntano sulla responsabilità sociale ed economica dell'azienda. Un messaggio che il mondo produttivo italiano sembra aver colto e che determina da tempo le strategie delle imprese, sia in termini di produzione che di comunicazione e marketing.
A giudicare dalle imprese coinvolte da Nomisma dunque, il futuro apparterrebbe ai vini sostenibili e biologici. Certo, si parla ancora di una percentuale minoritaria ma comunque in crescita rispetto al passato e ciò permette di fare delle supposizioni abbastanza attendibili così come illustrato in questa recente ricerca.
«L'indagine, condotta su un campione di mille consumatori italiani e altrettanti tedeschi, evidenzia diverse similitudini ma anche approcci decisamente differenti - spiega Denis Pantini, Responsabile Agroalimentare Wine Monitor presso Nomisma. Per esempio, nel consumo casalingo entrambi guardano principalmente all'origine territoriale e alla notorietà del brand. Ma quando si esce di casa e si consuma in un ristorante o in un winebar, le cose cambiano. Per gli italiani sono poche le differenze rispetto al consumo indoor, mentre il consumatore tedesco preferisce lasciarsi guidare dal titolare o dal personale di sala. Gli italiani puntano molto sull'indicazione geografica, i tedeschi maggiormente sul vitigno» conclude Pantini.
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